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Ricostruzione dei denti

I nostri denti non durano in eterno, proprio come accade con tutte le strutture presenti nel nostro organismo.

Sebbene infatti i denti siano le strutture più dure, quindi resistenti, tra quelle presenti nel nostro corpo, alcune malattie, incidenti o semplicemente l’avanzare dell’età possono portare alla caduta, all’erosione oppure alla rottura degli stessi.

Questi fatti portano una persona a due tipi di disagi, fisici e psicologici.

I primi dipendono dal fatto che i denti servono alla masticazione, quindi a far sì che il cibo che mangiamo sia sminuzzato in parti più piccole per essere digerito meglio; l’assenza o il malfunzionamento di alcuni denti porta quindi ad una maldigestione, che può avere vari tipi di conseguenze.

Le conseguenze psicologiche dipendono soprattutto da un fattore estetico: risulta infatti difficile aprire la bocca e vedersi senza un dente e non pensare di essere “brutti”, un pensiero che può condizionare il nostro modo di vivere.

La ricostruzione dei denti è quindi l’unico rimedio per evitare entrambi i tipi di conseguenze. Si tratta di un intervento che deve essere necessariamente eseguito da un medico odontoiatra, e in base alle cause che hanno determinato la mancanza di parte o dell’intero dente le modalità di intervento saranno diverse.

L’otturazione

L’evento più semplice che può interessare i nostri denti è il semplice svuotamento dell’interno del dente, che naturalmente interessa solo i denti più grandi (premolari e molari). Il caso più tipico è sicuramente quello della carie, nella quale abbiamo un’infezione batterica che permane per molto tempo nella cavità superiore del dente e che pian piano viene erosa dai batteri, fino a “bucare” il dente stesso causando dolore.

In questo caso il dentista dovrà eseguire per prima cosa una profonda pulizia del dente cariato, per far sì che non rimanga alcuna traccia dell’infezione; quindi dovrà essere eseguita una piccola ricostruzione dentale che è, appunto, l’otturazione. Il suo scopo è quello di colmare la cavità che si è venuta a creare facendo in modo che eventuali batteri che verranno a depositarsi in quel dente non causino nuovamente una carie.

L’otturazione è eseguita con il composito, un materiale ormai molto utilizzato a base di resina che può essere modellato sul momento dal dentista in modo da adattarsi perfettamente al dente, quindi si indurisce in modo da non potersi più spostare.

La “ricostruzione” propriamente detta

Si rende necessaria una ricostruzione ai denti quando a mancare non è la parte centrale di un dente ma quando, per vari motivi, manca una parte di dente.

Ad esempio, un incisivo o un canino può spezzarsi oppure può essere eroso, lasciando così un fastidioso buco nel nostro sorriso.

Il dentista in questo caso fa una ricostruzione vera e propria, quindi va a ricreare, proprio come se fosse uno scultore, la parte di dente mancante.

Anche in questo caso il composito è il materiale di prima scelta, al giorno d’oggi: come abbiamo detto, la sua forma può essere modificata dal dentista sul momento, per cui viene inserito nella parte mancante del dente in modo grossolano, quindi modellato con strumenti chirurgici fino a ricreare la forma del dente originale. Una volta raggiunta la forma prescelta, questo materiale viene irradiato con una luce ultravioletta che fissa i microcristalli che lo compongono, rendendolo duro proprio come i denti naturali.

Il vantaggio di questo materiale è che si trova disponibile in varie colorazioni, e visto che il colore naturale dei denti non è uguale per tutti ma ha delle variazioni minime (si intende con i denti puliti) alla fine sarà quasi impossibile individuare un dente ricostruito in mezzo ai denti “nostri”, visto che il colore viene scelto ad hoc prima dell’intervento: il lavoro sarà pertanto preciso e poco evidente agli occhi degli altri ma anche nostri, quando ci guardiamo allo specchio.

La protesi dentale

Non sempre si può optare per una “ricostruzione dentale” propriamente detta: in certi casi, infatti, è impossibile utilizzare il composito, la pasta modellabile insomma: questi sono i casi in cui manca una parte troppo grande del dente stesso, quindi il materiale non avrebbe l’appoggio necessario per rimanere attaccato. Questo vale anche nei casi più gravi, ovvero quando un dente manca completamente.

In questo caso si ricorre ad un altro tipo di ricostruzione che è l’infissione della protesi dentale. Il dente, quindi, non viene ricostruito e modellato sul momento, ma viene effettuato un calco della nostra bocca che sarà inviato ad un laboratorio specializzato. Qui verrà creato un dente perfetto per la nostra situazione, sotto il quale sarà presente un vero e proprio “chiodo” che sarà infisso nella struttura ossea della mandibola o della mascella, in base alla parte in cui il dente deve essere ricostruito.

Naturalmente in questa situazione l’intervento chirurgico sarà molto più complesso e, soprattutto, più invasivo rispetto ai normali interventi di ricostruzione, sebbene la protesi sia una ricostruzione dentale a tutti gli effetti.

Caso particolare è quello del “ponte”, in cui quando manca un dente ne viene creato uno in laboratorio, con due anelli laterali: questi anelli andranno ad agganciarsi al dente precedente e al successivo, abbracciandoli. In questo modo si riesce a reimmettere un dente in bocca pur senza effettuare perforazioni invasive per l’organismo.

Da notare che l’infissione del dente artificiale può anche non essere effettuata direttamente nell’osso, ma anche nella parte di dente che era rimasta, nel caso in cui un dente mancasse solo parzialmente e non totalmente nella nostra bocca; in quest’ultimo caso si ricorre però, generalmente, ad un tipo diverso di protesi che è quello della “capsula”.

La capsula

L’ultimo metodo di ricostruzione dentale di cui parliamo è il caso in cui i denti non siano totalmente mancanti, ma siano troppo danneggiati per poter effettuare una “ricostruzione” propriamente detta. Per nascondere il difetto, in questo caso, si utilizza la capsula, o corona dentale, che è un dente artificiale a tutti gli effetti ma cavo nella parte interna, che va a ricoprire il nostro dente danneggiato. In pratica, funziona come se il nostro dente fosse una penna e la capsula il tappo.

Anche le capsule vengono modellate in base alla nostra bocca ma, proprio come nel caso della protesi, vengono create in un apposito laboratorio per poi essere immesse dal dentista sul nostro dente.