Ricostruzione dei denti incisivi

I denti della nostra bocca non sono tutti uguali, come ben sappiamo. Si dividono in quattro categorie in base alla loro posizione, e differiscono tra loro per forma e funzione.
Ci sono i denti incisivi, che sono larghi e affilati, il cui scopo è quello di tagliare il cibo che andiamo ad ingerire; ci sono poi i denti canini, che si trovano lateralmente agli incisivi e hanno il compito di ancorare il cibo per strapparlo; infine ci sono i denti premolari e molari che hanno funzione di masticazione vera e propria, quando quelli posti sull’arcata superiore sfregano quelli dell’arcata dentale inferiore, sbriciolando il cibo che si trova in mezzo.
Tutti questi denti, per motivi vari, possono rompersi od erodersi e necessitare quindi di una ricostruzione. Tuttavia, alcuni problemi colpiscono soprattutto i denti premolari e molari (ad esempio la carie, che difficilmente troveremo nei denti davanti) mentre problematiche come le rotture accidentali interessano principalmente gli altri, e la loro risoluzione può richiedere una ricostruzione dei denti frontali.
La ricostruzione dei denti anteriori si rende necessaria quando il dente è spezzato di netto, ma una parte rimane saldamente ancorata alla gengiva, così che il dente rimane vitale; in questo caso non è necessario inserire in bocca un impianto, ovvero un dente artificiale creato ad hoc in laboratorio, bensì verrà inserito un materiale a ricoprire la parte di dente mancante che sarà modellato dal dentista seduta stante.

Le cause che richiedono una ricostruzione dei denti incisivi

Parlando di ricostruzione di incisivi, la causa principale che può portare alla necessità di un intervento di questo tipo è l’incidente. Gli incisivi sono infatti denti larghi e piatti, che per la loro struttura sono molto resistenti alla pressione esercitata in senso verticale (riusciamo a spezzare anche cibi molto duri, come il torrone) e non si spezzano, ma sono poco adatti a resistere alla pressione orizzontale, ovvero quella esercitata verso la faccia del dente.
I denti incisivi possono rompersi a causa di un pugno ben assestato, del bere ad una bottiglia di vetro e qualcosa, o qualcuno, colpisce la bottiglia, piuttosto che dallo sbattere in un palo o da un incidente in bicicletta o in moto nel quale la bocca venga colpita.
In ogni caso se il dente è sano difficilmente viene estratto totalmente dalla bocca: la radice, ovvero la parte infissa nella mascella o nella mandibola, rimane ferma proprio come un albero colpito da un fulmine: la chioma cade, ma la radice e la parte più bassa del tronco rimangono saldamente ancorate al terreno, proprio come succede per i nostri denti. E questa è una fortuna (nella sfortuna) per chi deve ricostruire dei denti incisivi spezzati.

Come avviene l’intervento

Come dicevamo prima, l’intervento di ricostruzione avviene direttamente nello studio dentistico e può richiedere due sedute, ma una è solamente diagnostica e serve al medico per valutare il problema che abbiamo (generalmente effettuando una radiografia per stabilire se la parte infissa del dente sia ancora salda). Sarà solo nella seconda seduta che verrà effettuata la riparazione vera e propria, senza bisogno di un laboratorio che costruisca un dente artificiale ad hoc.
La ricostruzione dei denti incisivi scheggiati o rotti (quindi, sia che manchi un piccolo angolo del dente o che ne manchi una parte più grande) viene eseguita, ormai praticamente da ogni dentista, utilizzando un materiale artificiale che è il composito.
Questo materiale si presenta come una vera e propria pasta, come quella con cui giocano i bambini, che può essere modellata a piacimento durante l’intervento. I nostri denti non sono lisci, in particolare nella parte della “frattura” (come si può sentire benissimo passandosi la lingua nel vuoto lasciato dalla parte di dente mancante) ma sono fatti da tanti piccoli buchi detti micropori.
Il materiale malleabile va ad inserirsi alla perfezione in questi micropori, dove riuscirà a rimanere per un tempo che può arrivare anche ai sei anni, prima che la continua pressione indebolisca l’aggancio, il materiale cada e si renda necessaria una nuova ricostruzione.
Il dentista inserirà quindi il materiale, che provvederà a modellare per dare al composito la forma del dente originale. Da notare che il composito è disponibile in varie colorazioni, e prima dell’intervento viene scelto il colore che più si adatta al colore naturale dei nostri denti per nascondere quanto più possibile il fatto che il dente fosse stato rotto.
Quando il materiale sarà stato posizionato e modellato a dovere, verrà irradiato con una luce alogena che ha la funzione di indurirlo nel giro di pochi minuti. La struttura del materiale, infatti, lo rende fotosensibile, ovvero pastoso a cose normali ma durissimo (perché le singole particelle che lo compongono si cristallizzano) quando irradiato da questa luce. Un po’ come succede con l’argilla quando la mettiamo vicino ad una fonte di calore.
Terminata l’irradiazione del materiale, l’intervento sarà concluso e, a parte qualche giorno per abituarci ad avere in bocca un materiale che da una strana sensazione al palato, già dopo una settimana sarà come riavere il nostro dente naturale.

Casi particolari di ricostruzione

Ovviamente questo articolo è solo esplicativo, e non sostituisce un consulto specialistico perché ogni caso di necessità di una ricostruzione è un caso a sé stante.
Sebbene nelle cause accidentali si agisca solitamente con il metodo di cui abbiamo appena parlato, nel caso di ricostruzione di denti incisivi consumati (che sono sempre denti incisivi) le cose potrebbero svolgersi in maniera diversa. Alcune cause di consumo portano infatti ad una fragilità intrinseca del dente, che potrebbe non essere abbastanza resistente da poter essere riparato con l’uso del composito.
In questi casi si renderà quindi necessario l’uso di procedimenti più invasivi, come una capsula che vada a ricoprire completamente il dente o, in certi casi, l’impianto di un dente artificiale creato appositamente in laboratorio. La situazione può essere valutata solamente da un medico odontoiatra, che di volta in volta ci dirà qual è l’intervento più adatto alla nostra situazione: in generale, più piccola è la parte del dente che manca, più è probabile che il problema venga risolto con il semplice utilizzo del composito.